domenica 8 gennaio 2012

Tratto dal sito: www.seminiamoli.it
LE PIANTE della SPERANZA


Per CHERNOBYL e FUKUSHIMA


Disastri come quelli di Chernobyl e Fukushima cambiano la storia dell'umanità, le infliggono una ferita profonda, ne violentano e ne trasformano irrimediabilmente il suo dna, purtroppo anche nel vero senso della parola. Le zone limitrofe al disastro rimangono luoghi spettrali, come spettrale è il nemico che vi si aggira, e vi si aggirerà per secoli, spietato e fatale, la radioattività. Gli uomini scompaiono, evaporano nella nube di polvere lasciata dalla loro opera distruttiva, e cala un silenzio angosciante, tutto rimane immobile, come una fotografia che con il passare del tempo ingiallisce, tutto muta rimanendo immutato. E ancora una volta la natura offre uno spiraglio di salvezza agli uomini stolti e dannati, offre loro una possibilità, una speranza di rinascita. E ancora una volta questa rinascita ha origine da un semplice piccolo seme.
        
Le piante possono bonificare il terreno inquinato da metalli pesanti ed elementi radioattivi. Tale capacità venne evidenziata già nel lontano 1948 da alcuni ricercatori italiani e poi approfondita in uno studio del 1977 in Nuova Zelanda e negli anni '80 negli USA. Il dramma verificatosi in Ucraina diede poi la possibilità ai ricercatori di sperimentare effettivamente sul campo questa tecnica depurativa. Trascorsi circa otto anni infatti dal disastro di Chernobyl vennero avviate delle sperimentazioni proprio basate sulla capacità delle piante di estrarre dal terreno sostanze inquinanti. La tecnica che venne utilizzata è nota agli addetti ai lavori con il nome di "Phytoremediation" ed è oggi utilizzata in siti contaminati da metalli pesanti o altri inquinanti per i quali si rende necessaria una bonifica ambientale. Nei terreni vicini a Chernobyl vennero coltivati i girasoli, piante in grado di assorbire mediante la crescita i radionuclidi cesio 137 e stronzio 90.  In uno stagno nei pressi della centrale, dove l'acqua risultava altamente radioattiva, vennero costruite delle zattere e sopra vennero coltivati sempre i girasoli. Le loro radici assorbirono gli inquinanti radioattivi dall'acqua, bonificando lo stagno. Negli Stati Uniti agenzie governative insieme a società private, come la Exxon Corp. e la DuPont,  hanno testato e continuano a farlo diverse varietà botaniche capaci di assorbire inquinanti dal terreno. Certo questa tecnica è lenta rispetto ad altre procedure di tipo chimico, ma è sicuramente meno invasiva e meno costosa; e in alcuni casi, soprattutto quando il problema è rappresentato dalla radioattività, forse è l'unica alternativa possibile.
      
Ma come fanno le piante a purificare il terreno? Nel lunghissimo processo evolutivo le piante hanno sviluppato dei meccanismi metabolici sofisticati per detossificare un'ampia varietà di substrati chimici e renderli più favorevoli alla vita. Inoltre le piante sono ricche di microbi e funghi che possono aiutare a decomporre e smaltire le sostanze chimiche. I radionuclidi in particolare non vengono metabolizzati dalle piante ma vengono stivati nelle radici e nelle foglie. I vegetali così sviluppati verranno gestiti come rifiuto radioattivo, non dovranno pertanto essere lasciati sul posto a decomporsi altrimenti gli elementi radioattivi tornerebbero ad inquinare il terreno. La capacità di assorbimento delle sostanze inquinanti può differire da una varietà botanica all'altra e, mentre è riconosciuta a tutte le piante in genere tale capacità, ve ne sono alcune che eccellono: le cosiddette "piante iperaccumulatrici", quelle in  grado di assorbire concentrazioni di metalli pesanti fino a 500 volte maggiori rispetto alla norma. Le piante iperaccumulatrici sono in sostanza quelle che tollerano valori elevati di metalli nell'apparato radicale e nelle foglie, e che trasferiscono gli stessi da un apparato all'altro.
   
Allora la botanica come piccola speranza da coltivare per un futuro migliore. I giapponesi, gli ucraini e tutte le popolazioni violentate dall'inquinamento della terra e dell'aria, tutti dovrebbero prendere un seme ed interrarlo. La nascita di una piantina sancirà la rinascita della speranza e della voglia di vivere. Nella speranza che il Giappone diventi il paese del GiraSol levante, invito tutti i seminatori a seminare, seminare e seminare, come unica, silenziosa ma efficace risposta verso la follia dilagante del genere umano.
    
       

mercoledì 26 ottobre 2011

Inquinamento Indoor



Casa dolce casa. Dentro la nostra casa ci stiamo tutti benone vero? Soprattutto se amiamo curarla nei particolari, per godercela, per viverla, la nostra amata e sospirata casa; una casa bella pulita (con detersivi), profumata (con deodoranti spray), meglio ancora se con mobili appena acquistati (tutti intrisi di formaldeide), con delle belle pareti tinteggiate da poco (con vernici tossiche); e che dire della tecnologia per il comfort e il tempo libero? Ci vogliamo privare dell'aria fresca dei nostri amatissimi climatizzatori (autentiche fabbriche di batteri e muffe aerodisperse…) o della stampantina super high-tech, fax, phone, scanner e così via (la madre di tutti i VOC…)? Certamente no, l'importante è sapere con cosa abbiamo deciso di ucciderci. Come il fumatore incallito che conosce bene il suo nemico amatissimo, anche noi dobbiamo divenire consapevoli dei nostri killer domestici. Tra le mura della nostra dolce casettina si aggirano infatti tanti di quei veleni che dentro una fabbrica di amianto o nel forno di combustione di un termovalorizzatore al confronto sembrerebbe di stare dentro un purificatore d'aria.  Questi i nostri compagni di vita quotidiani: ossido di carbonio, anidride solforosa, anidride carbonica, biossido di azoto, benzene, formaldeide, bifenile policlorurato, poliuretano, ozono, cloro, fluoro, metalli, fibre minerali, insetticidi, radon e altri VOC vari (composti organici volatili). E allora, quanti di voi rientrando a casa stanchi dal lavoro, dopo aver gettato la borsa e tolto il cappotto, si sono mai lanciati sul divano respirando a pieni polmoni l'aria di casa, quel dolce aroma familiare? Ma siete matti? Volete avvelenarvi tutti? Perché vi fate così male? Perché? Quando lo fate (cioè tutti i giorni…) inalate un quantitativo di veleni maggiore che se faceste l'aerosol attaccati al tubo di scarico di un camion diesel! Per non parlare poi dei batteri e dei virus, ma lì andremmo sul pesante. Allora corriamo tutti, se ci vogliamo bene, ad aprire le finestre per far cambiare aria!! Ma allora siete davvero pazzi!! Siete già abbondantemente avvelenati e volete fare indigestione di veleno? Vi piace così tanto? Fuori ci sono le polveri sottili e un altro migliaio di nemici invisibili!! Volete farli entrare proprio tutti? State calmi, respirate (anzi no…) e riflettete. Esiste una speranza per chi ama il verde e se ne vuole prendere cura, esiste una speranza per tutti voi seminatori. La speranza si cela dietro la botanica, dietro le piante da appartamento.  Le piante da interno infatti possono svolgere un ruolo chiave nella lotta all'inquinamento domestico, funzionando come una sorta di filtri biologici, smaltendo i veleni e restituendoci aria pulita. La proprietà di alcune specie di piante da interni nella depurazione dell'aria fu scoperta nel 1980 dalla NASA, e da allora si sono moltiplicati gli studi tesi ad accertare questa loro capacità. Le piante sono particolarmente efficaci nell'eliminazione della formaldeide, della CO2 e di altri VOC.  Ma tutta la robaccia aerodispersa nella nostra casa ci può fare davvero male? Un pochino si, a dire la verità: irritazione degli occhi, delle vie aeree e della cute, tosse, senso di costrizione toracica, sensazioni olfattive sgradevoli, nausea, torpore, sonnolenza, cefalea, astenia, legionellosi, la febbre da umidificatore, l'alveolite allergica, l'asma, l'avvelenamento da monossido di carbonio, sensibilità chimica multipla.
Ma come fanno le nostre amiche piante a depurare l'aria? Il poterepurificante varia ovviamente da specie a specie e consiste in un processo complesso. Artefice di questa catarsi è senza alcun dubbio la mitica fotosintesi clorofilliana: sulle foglie delle piante sono presenti gli stomi, piccoli forellini, dai quali viene assorbita l'aria e tutti gli inquinanti in essa presenti. Tutte le piante sottragono il carbonio dall'anidride carbonica e liberano ossigeno nell'ambiente; in questa fase rilasciano nell'aria nuovamente gli inquinanti assorbiti che non sono in grado di metabolizzare. Alcune piante invece sono capaci di gestire questa preziosa metabolizzazione grazie a degli enzimi o batteri, chiamati metilotrofi, capaci di trasformare i composti gassosi cedendo all'ambiente sostanze volatili innocue per la nostra salute. In parole povere noi esseri umani dopo anni di ricerche e montagne di soldi spesi abbiamo inventato i purificatori d'aria, gli ionizzatori, i filtri antiparticolato, tutti aggeggi con scarsissimi risultati in termini di efficienza. La natura invece a costo zero è sempre esistita, ha sempre purificato l'aria con un meccanismo perfetto, efficiente e ad impatto zero. Sono più utili le aziende che creano costosi ed inefficienti marchingegni per tamponare i danni da esse stesse prodotti o i seminatori che partendo da un seme costruiscono a zero emissioni delle macchine di depurazione perfette chiamate piante? Forza seminatori, ho bisogno di un po' d'aria fresca!!
Tra i gioielli botanici antinquinamento domestico vanno citate di sicuro la Sansevieria trifasciata, una delle poche piante che può essere messa in camera da letto perché trasforma CO2 in ossigeno durante la notte, il Potos in grado di assorbire formaldeide ed altri composti volatili e la comunissima Edera, capace di divorare il Benzene.
A seguire, per completezza di informazione e per permettervi di approfondire autonomamente le vostre ricerche scientifico-seminatorie, un elenco completo delle piante purificatrici d'aria:



  • Aechmea fasciata


  • Aglaonema crispum 'Silver Queen'


  • Aloe barbadensis


  • Anthurium andraeanum


  • Araucaria heterophylla


  • Begonia semperflorens


  • Brassaia actinophylla


  • Calathea makoyana


  • Chamaedorea elegans


  • Chamaedorea seifritzii


  • Chlorophytum comosum 'Vittatum'


  • Chrysalidocarpus lutescens


  • Chrysanthemum morifolium


  • Cissus rhombifolia 'Ellen Danika'


  • Codiaeum variegatum pictum


  • Cyclamen persicum


  • Dendrobium


  • Dieffenbachia camilla


  • Dieffenbachia 'Exotica Compacta'


  • Dracaena deremensis 'Janet Craig'


  • Dracaena deremensis 'Warneckei'


  • Dracaena fragrans 'Massangeana'


  • Dracaena marginata


  • Epipremnum aureum


  • Euphorbia pulcherrima


  • Ficus benjamina


  • Ficus macleilandii 'Alii'


  • Ficus robusta


  • Gerbera jamesonii


  • Hedera helix


  • Homalomena wallisii


  • Kalanchoe blossfeldiana


  • Liriope spicata


  • Maranta leuconeura 'Kerchoveana'


  • Musa cavendishii


  • Nephrolepis exaltata 'Bostoniensis'


  • Nephrolepis obliterata


  • Phalenopsis


  • Philodendron domesticum


  • Philodendron erubescens


  • Philodendron oxycardium 


  • Philodendron selloum


  • Phoenix roebelenii


  • Rhapis excelsa


  • Rhododendron simsii 'Compacta'


  • Sansevieria trifasciata


  • Schlumbergera bridgesii


  • Schlumbergera rhipsalidopsis


  • Spathiphyllum


  • Syngonium podophyllum


  • Tulipa gesneriana